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Lavoro giovane: povero e a tempo

Milano, 15 maggio 2025 – Il lavoro proposto alle giovani generazioni milanesi rappresenta l’esito dei mutamenti del sistema produttivo che, negli ultimi 10 anni, ha subìto un processo di riposizionamento in grado di sostenere una nuova domanda generata dagli eventi, a costo di trascurare l’attività che storicamente collocava Milano in cima alle destinazioni desiderate da chi ambiva a migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro: la manifattura.

I dati che emergono dall’elaborazione del dipartimento mercato del lavoro Cgil Milano parlano chiaro: sono 361.962 i lavoratori under 30 occupati a Milano; quasi la metà di loro non risiede a Milano a motivo della spiccata mobilità che caratterizza il loro impegno lavorativo e anche per i costi del vivere in città. Da notare che il 73,6% di loro è occupato in attività extra manifatturiere, in gran parte legate agli eventi, ai servizi, con forme contrattuali spesso discontinue e caratterizzate da bassi redditi.

“La trasformazione del sistema produttivo milanese – sottolinea Antonio Verona, responsabile dipartimento mercato del lavoro – non ha bisogno di innovazione ma di discontinuità, flessibilità, adattamento continuo, a costo di mortificare le istanze di crescita professionale e di sicurezza sociale. Gli eventi non sono appannaggio esclusivo degli ultimi anni”.

“Fiere e moda hanno sempre rappresentato il normale corollario di un sistema che puntava a esibire il frutto del lavoro e della creatività, poiché erano questi al centro dell’attività produttiva. Oggi si procede a prescindere perché la centralità è altrove e la marginalizzazione coinvolge il lavoro, i lavoratori e le lavoratrici”.

“Proseguendo per questa via si rischia di mostrare una vetrina sempre più ampia e luminosa, dietro la quale non c’è più la bottega dell’artigiano che, con i suoi prodotti, riempiva quella vetrina”.

In una intervista rilasciata a Corriere della Sera, il segretario Luca Stanzione ha commentato: “I dati dicono chiaramente che se tutto il sistema produttivo e politico non corre ai ripari con scelte determinate, rischiamo di consumare con le nuove generazioni un tradimento per un’intera generazione. Se si guarda agli avviamenti al lavoro in confronto tra il 2016 e il 2024, cresce unicamente il lavoro intermittente. Abbiamo sostituito la promessa di un lavoro stabile e qualificato con una precarietà diffusa che non guarda al futuro ma solo all’immediato. Milano ha tutte le carte in regola per ripensare il proprio modello di sviluppo: l’economia della conoscenza, la produzione culturale e media, i saperi diffusi sono già qui, e generano ricchezza. Ma serve una scelta politica netta di tutto il sistema produttivo: costruire intorno a questi asset una nuova visione industriale, che metta al centro il lavoro, la formazione e la qualità. Altrimenti continueremo a perdere competenze, energie e speranze”.

“Dovrei rappresentare il riscatto sociale della mia famiglia e invece sento l’ansia di non essere a un punto buono della vita, ho paura di restare nella mediocrità».

Stefania Perez ha 24 anni, una laurea e un lavoro: ha studiato Scienze sociali e consegna i pacchi per Amazon. E’ l’esempio di una generazione “tradita”. Al Corriere ha raccontato la sua frustrazione.

«Con enormi sacrifici e grazie a un Isee molto basso, mi sono iscritta a Scienze sociali in Cattolica e mi sono laureata. ma ovviamente nel frattempo ho lavorato, per contribuire al reddito familiare e per senso di colpa: prima in un negozio e poi come cameriera. In nero, ma tutto sommato allora mi stava bene».«Ho continuato a fare la cameriera in nero, e al pomeriggio ho iniziato a collaborare come educatrice al Giambellino, dove c’è tanto da fare, finché ho incrociato l’opportunità di lavorare per fare le consegne per Amazon, scoprendo contratti assurdi che ho accettato per necessità»

“Mi pare che per i giovani, le opportunità siano sempre poche, non sono sollecitati a provarci e finiscono per accontentarsi di avere un reddito, almeno finché si resiste a stare in giro con il furgone dalle 6 del mattino”.

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