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Difendere la creatività umana nell’era dell’Intelligenza Artificiale

Un appello unitario delle organizzazioni sindacali e datoriali del settore videofonografico per regole giuste e trasparenti sull’uso dell’IA

Milano, 23 maggio – In un momento di profonda trasformazione tecnologica, il mondo del lavoro e della cultura alza la voce per difendere la centralità della creatività umana e dei diritti connessi. In occasione del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle aziende videofonografiche, siglato in Assolombarda, le principali organizzazioni sindacali (SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL) e associazioni datoriali (AFI, FIMI, PMI, UNIVIDEO) hanno firmato una dichiarazione congiunta per chiedere con forza che le normative europee e italiane sull’intelligenza artificiale tutelino i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della creatività.

L’intelligenza artificiale generativa, che già oggi viene utilizzata per produrre musica, video, testi e immagini, rappresenta una sfida inedita per il comparto audiovisivo e musicale. Da sempre aperto all’innovazione, il settore riconosce le potenzialità di queste tecnologie, ma chiede che il loro sviluppo avvenga in un contesto normativo chiaro, che metta al centro le persone, il lavoro e i diritti.

Quattro i punti fermi dell’appello:

  1. La centralità della creatività e del lavoro umano, come fondamento irrinunciabile dell’industria culturale.

  2. La trasparenza nei processi di addestramento delle piattaforme di AI, per sapere quali opere e contenuti vengono utilizzati.

  3. Il rispetto rigoroso delle normative su diritto d’autore e diritti connessi.

  4. La giusta remunerazione di tutta la filiera, affinché nessuno venga escluso dai ricavi generati grazie all’uso dell’AI.

Una presa di posizione netta, che guarda con preoccupazione a un futuro in cui le piattaforme digitali, se lasciate prive di vincoli, potrebbero impoverire l’ecosistema creativo, appropriandosi di opere senza consenso e senza compenso. Ma è anche un messaggio costruttivo, rivolto alle istituzioni italiane ed europee: la tecnologia può e deve convivere con il rispetto del lavoro e della cultura.

Per un’AI che rispetta chi crea

La dichiarazione congiunta invita Parlamento e Commissione europei, così come il legislatore nazionale, a collocare la tutela della creatività umana e dei diritti d’autore al centro dell’AI Act e della futura legge italiana sull’intelligenza artificiale. Solo così sarà possibile uno sviluppo sostenibile dell’innovazione, in grado di rafforzare – e non sostituire – il contributo insostituibile di artisti, tecnici, autori e lavoratori del settore.

A sottolineare il valore politico e strategico di questa presa di posizione, è il commento di Paolo Zanetti Polzi, segretario generale di SLC CGIL Milano:

“Il tema dell’impatto dell’AI sul lavoro umano e sulle professioni attuali e future è la grande sfida che, come sindacato, siamo chiamati a cogliere. La rappresentanza sindacale del mondo del lavoro digitale, così presente nel territorio lombardo e milanese, è infatti al centro della riflessione e dell’azione che SLC sta mettendo in campo.
Il settore dei videofonografici, di cui abbiamo appena rinnovato il contratto collettivo con aumenti salariali a regime di 275 euro, è interessato già da tempo da profondi cambiamenti.
È quindi preziosa la possibilità di confrontarci con le rappresentanze dei datori di lavoro per accompagnare e governare questa transizione, in questo come anche in altri settori – penso alle TLC e all’emittenza – dove siamo impegnati nel rinnovo dei contratti nazionali.
È chiaro tuttavia che molto dipende dal quadro normativo, che dovrebbe essere chiaro e porre al primo posto la tutela occupazionale, salariale e professionale.
Una preoccupazione che al momento sembra lontanissima dai pensieri del governo italiano, che al contrario spalanca le porte di casa alla deregolamentazione predatoria dell’amministrazione USA.
Centinaia di migliaia di posti di lavoro creativi rischiano di sparire a favore di un’idea di omologazione culturale e di produttivismo, che genera profitti per pochissimi, inaridendo e depauperando le molteplici professionalità della produzione culturale.
È quindi tempo di alzare il livello di attenzione anche da parte delle istituzioni nazionali ed europee, e questa dichiarazione ha esattamente questo obiettivo.”

Una sfida che riguarda tutte e tutti

Ecco il nodo politico della questione: l’urgenza di una regolamentazione che protegga il lavoro creativo dalla minaccia dell’automazione selvaggia. In gioco non c’è solo la sostenibilità occupazionale, ma anche la qualità culturale e la pluralità espressiva della produzione artistica.

Come CGIL Milano, riteniamo fondamentale vigilare sull’evoluzione tecnologica affinché non si traduca in nuove forme di sfruttamento o marginalizzazione. L’intelligenza artificiale può essere uno strumento al servizio della collettività solo se guidata da valori di equità, dignità e giustizia sociale.