“Abbiamo davvero bisogno di una magistratura che indaghi fino in fondo e che faccia piena chiarezza. Mi auguro anche in tempi brevi, perché i tempi sono importanti. È necessario sapere che cosa è successo: lo si deve alla città di Milano e al futuro del governo di questa città, al governo dei suoi processi”. Queste sono le prime parole con cui Luca Stanzione, segretario generale Cgil Milano, ha commentato a Collettiva e Radiopopolare il terremoto giudiziario che ha colpito l’urbanistica della città.
“Perché, in assenza di governo, le forze che attraversano Milano — e che in questi anni hanno anche estratto valore dalla città — non si fermano. Serve – sottolinea il segretario – un intervento della magistratura rapido, chiaro ed efficace. Questo è imprescindibile anche per il futuro politico di una metropoli come Milano”.
“È chiaro – aggiunge Stanzione – che siamo in un momento in cui, dopo queste prime ore, possiamo dire che il modello di sviluppo che Milano ha intrapreso dopo la pandemia è un modello che ha prodotto disuguaglianze, storture, e – indipendentemente dalle inchieste giudiziarie – ha generato una Milano oggetto di una speculazione immobiliare senza precedenti. Una città che non ha trattenuto sul territorio le ricchezze che ha generato, e che invece andrebbero redistribuite”.
Queste considerazioni vengono fatte da tempo dalla Cgil e non solo. “Milano può costruire una visione collettiva del proprio futuro, in cui si riconosce il ruolo delle forze politiche, sociali, del terzo settore – che da tempo avevano indicato che qualcosa non stava funzionando, anche al di là delle inchieste giudiziarie –. Perché, se oggi non ci fossero le inchieste, i problemi politici resterebbero comunque. E il giudizio sarebbe lo stesso”.
Solidarietà, inclusione, sviluppo sono per Stanzione le tre parole chiave del futuro amministrativo della città. Con una certezza: “L’anima sociale, culturale, riformista di Milano non verrà cancellata da queste ombre”.
Cgil e Fp Cgil: “E’ ora di un nuovo modello di sviluppo”
Nelle prime ore dal terremoto che ieri, 16 luglio, ha colpito l’amministrazione milanese, la Cgil e la Fp hanno subito chiesto di “fare chiarezza in tempi brevi su quanto accaduto in questi anni nello sviluppo urbanistico della città. Milano ha conosciuto un modello di sviluppo iniquo che spesso abbiamo criticato. In merito alle nostre richieste sul nuovo PGT (Piano di governo del territorio) avevamo registrato aperture che potenzialmente andavano nella direzione indicata: un lavoro da non disperdere e che al contrario deve disegnare un modello di sviluppo urbanistico trasparente, inclusivo, giusto, solidale”.
“Ci auguriamo che la magistratura faccia chiarezza, chiediamo alla politica di riprendere parola con determinazione per affermare l’autonomia dagli interessi economici che estraggono ricchezza dalla città”.
Fillea Cgil: “Imploso un modello, ora una vera discontinuità”
“Fin dalle prime battute della vicenda Salva-Milano la Fillea si è da subito opposta a un provvedimento che avrebbe certificato a posteriori e in tutta Italia un modello di sviluppo cittadino iniquo, permettendo interventi edilizi al di là dei limiti normativi e senza alcun ritorno alla cittadinanza in termini di oneri di urbanizzazione e di servizi”. Questo il commento di Riccardo Piacentini, segretario generale della Fillea Cgil di Milano, che prosegue: “I preoccupanti sviluppi delle indagini, che aggravano un quadro già fortemente compormesso, impongono il massimo rispetto per gli inquirenti e un’esigenza di chiarezza sulla gestione urbanistica della città”.
“Alla politica – prosegue – chiediamo un ripensamento totale del modello di sviluppo, nell’interesse di chi a Milano ci lavora quotidianamente, a partire dai cantieri edili, e di chi ci vuole abitare e studiare nonostante i costi esorbitanti: una vera discontinuità basata su rispetto delle regole, legalità, trasparenza e politiche pubbliche che correggano la deriva speculativa degli ultimi dieci anni”.