Luca Stanzione, segretario generale Cgil Milano: “Serve una nuova fase politica e sociale”
L’intervento del segretario:
“Il futuro di Milano sarà determinante per la qualità della vita di chi ci vive, lavora o studia. In gioco c’è la fiducia delle cittadine e dei cittadini nelle istituzioni: una fiducia che è condizione essenziale per una democrazia vera, partecipata e sostanziale.
Serve aprire una nuova fase politica e sociale, capace di coinvolgere tutte le forze in campo: istituzioni, politica, parti sociali, mondo produttivo. Milano è cresciuta ma è stata oggetto dell’interesse speculativo in diversi settori. Una speculazione che ha creato ricchezza e nuove disuguaglianze, fratture sociali, marginalità. In questo scenario Milano non ha redistribuito, trattenuto, orientato le risorse generate da questi processi.
Noi ci auguriamo che la magistratura sia in grado di fare chiarezza su quanto è oggetto di indagine, i tempi saranno decisivi anche per la capacità amministrativa e il governo della città.
Milano rappresenta il 25% del PIL industriale italiano, ma il suo sistema produttivo sta cambiando: è meno creativo e più fragile in un contesto globale segnato da dazi e competizione internazionale. Allo stesso tempo, Milano è un potente ecosistema della conoscenza – culturale, universitario, editoriale, artistico, televisivo – che va riconosciuto come motore economico e sostenuto con politiche pubbliche adeguate.
Una città che cresce a due velocità non è una città giusta. Per questo crediamo sia necessario ripartire da alcune priorità concrete:
Casa. Abitare a Milano deve tornare a essere possibile. Abbiamo proposto un fondo di garanzia pubblico per sostenere linee di credito che consentano di edificare a canone calmierato, generando migliaia di alloggi in pochi anni. Serve uno strumento strutturale per contrastare la speculazione privata. Si può fare.
Vivere e lavorare a Milano deve poter essere un’aspirazione realizzabile. Negli scorsi anni aver avviato il lavoro di Fondazione Welfare Ambrosiano rappresenta oggi un punto di partenza per discutere di welfare territoriale sanitario e non, che possa rispondere concretamente all’inflazione che si abbatte sui salari e che accompagni il lavoro di contrattazione che quotidianamente fanno le parti sociali. Si può fare. Ripartiamo da una discussione che produca concretezza immediata e ristoro per chi lavora e produce a Milano.
Protezione sociale. Milano può diventare un laboratorio nazionale se costruisce reti di sostegno più solide, con alleanze tra istituzioni, associazioni, terzo settore e forze sociali. Formazione, riqualificazione, sostegno alla non autosufficienza, valorizzazione del lavoro negli appalti: tutte queste sfide possono essere affrontate insieme, a partire dall’ascolto e dalla progettazione condivisa.
Governance e territorio. Occorre una visione strategica della città metropolitana, che non si fermi ai confini amministrativi. Serve riprendere il confronto sul nuovo Piano di Governo del Territorio e rivedere il rapporto tra compensazioni urbanistiche e volumetrie, dando più protagonismo ai municipi e ai territori.
Il sistema delle forze sociali, politiche, produttive del terzo settore possono farcela se torniamo a pensare a Milano non limitata ai confini amministrativi né del Comune, né della sua area Metropolitana. Milano è diventata tante cose ma anche una grande megalopoli incastonata nel nord del Paese e nel sud dell’Europa.
Milano può e deve tornare a essere un punto di riferimento nazionale ed europeo, un’alleata del cambiamento necessario al Paese. Per farlo, servono strumenti normativi nuovi: sulla fiscalità locale, sul governo delle piattaforme digitali, sulla pianificazione urbana. Serve una politica industriale e sociale all’altezza delle trasformazioni in corso.
Se tutte le forze sociali, politiche e produttive sapranno cooperare, allora potremo costruire insieme una Milano più giusta, accogliente, sostenibile. Noi ci siamo.”