Luca Stanzione al Riformista: «Abbiamo le risorse. Ora servono riforme e visione»
Come costruire un sindacato all’altezza delle trasformazioni epocali che attraversano il mondo del lavoro? Secondo Luca Stanzione, segretario generale della Cgil Milano, la sfida si gioca su ricerca, contrattazione e giovani. In una lunga intervista al Riformista, Stanzione delinea le priorità per governare le transizioni ecologica, digitale e demografica, partendo da Milano, città simbolo dell’innovazione.
Milano laboratorio del futuro sindacale
Milano genera da sola il 25% del PIL industriale italiano. Una città che concentra capitale umano, reti universitarie e grandi trasformazioni. In questo scenario, la Cgil Milano si propone come luogo di sperimentazione sindacale, per affrontare il passaggio dal vecchio al nuovo modello produttivo, valorizzando il lavoro e chi lo fa.
Tre priorità per il cambiamento
«Dobbiamo riformare gli ammortizzatori sociali per renderli capaci di affrontare crisi ricorrenti e transizioni produttive. Servono strumenti per trattenere i cervelli, valorizzare competenze e giovani. E va affrontato con serietà il tema del salario e del costo della vita», spiega Stanzione. L’obiettivo è rafforzare un welfare territoriale capace di rispondere ai bisogni reali di chi vive e lavora nei quartieri.
Un sindacato moderno e di prossimità
«Ci definiamo un sindacato moderno, dialogante, riformista, ma anche protettivo», sottolinea Stanzione. «Dobbiamo costruire alleanze nei territori, fare rete con amministrazioni locali, università, attori sociali. E dobbiamo saper parlare ai giovani, interpretando il cambiamento, senza subirlo».
Ripartire dalle periferie
La rigenerazione urbana e sociale è un altro tema centrale: «Serve più attenzione alle periferie, che rischiano di essere dimenticate nei processi di crescita e innovazione. Il lavoro può essere il fattore che ricuce le disuguaglianze».
Il lavoro come leva di giustizia sociale
L’intervista si chiude con una visione forte: «Il lavoro resta il punto di tenuta di una comunità. Per questo serve una grande spinta riformatrice che coinvolga istituzioni, sindacati e cittadini, a partire da Milano».