Milano, 15 maggio 2025 – «Al momento ci risulta che il convegno sia confermato, ma anche qualora non lo fosse noi ci saremo, assolutamente». Così Luca Stanzione in una intervista a Repubblica
Perché? «Per ribadire la nostra idea di società libera, aperta e alternativa rispetto a quella che ha quest’estrema destra europea. La Milano democratica si batte, perciò, contro la riproposizione di una società non solo chiusa, ma dominata dalla paura e incapace di guardare al dialogo e ai diversi come una risorsa. Se da domani diventasse realtà quello che la remigrazione propone, cioè l’espulsione in massa degli stranieri e degli immigrati, e se questa fosse una politica attuabile, 60 mila imprese di stranieri dovrebbero sparire, facendo venir meno il 15 per cento del nostro prodotto interno lordo, 126 miliardi l’anno».
Quindi è anche una questione di numeri? «La remigrazione non soltanto è da condannare da un punto di vista democratico ma è anche sconveniente da un punto di vista economico. In una società aperta si sviluppano intelligenze e si radica la pace. In Italia lo sappiamo bene. E, tornando ai numeri, espellere gli stranieri, ad esempio in una città come Milano, significherebbe rinunciare al 15 per cento degli studenti universitari che arrivano da altri Paesi e sono una risorsa per il nostro tessuto economico e sociale».