L’8 e 9 giugno votiamo 5 sì
Milano, 1 maggio 2025 – “Tutti noi, al mattino, usciamo per andare a lavorare. Salutiamo i nostri figli, le nostre mogli, i nostri cari, dicendo loro: “Ci vediamo stasera.”Dobbiamo mantenere quella promessa.
Il lavoro non si fa per morire”.
Primo Maggio e cento ragioni per essere in piazza. La prima: non farsi male, non ammalarsi, non morire. Cgil Cisl Uil hanno dedicato la Festa dei lavoratori e lavoratrici alla salute e sicurezza sul lavoro e oggi Mohamed Mabrouk, delegato Fillea della scuola edile Esem Cpt, ha rivolto un appello accorato dal palco del Primo Maggio in Piazza della Scala.
“Non possiamo accettare che in Italia si lavori in condizioni che negano la dignità umana. Il lavoro deve essere un diritto, non una condanna.
La sicurezza non è un lusso, è un dovere. L’integrazione non è una concessione, è una responsabilità collettiva”.
“I dati sugli infortuni – ha detto Mabrouk – parlano chiaro: una parte significativa degli incidenti mortali sul lavoro colpisce i lavoratori migranti. Cantieri senza regole, dispositivi di protezione assenti, mancanza di formazione: tutto questo trasforma il lavoro in un rischio quotidiano, in una vera e propria trappola mortale”.
“A peggiorare ulteriormente la situazione – spiega Mabrouk – c’è un fenomeno gravissimo e troppo poco contrastato: la diffusione di enti “fantasma” che rilasciano falsi attestati di sicurezza. Si tratta di organizzazioni che, in cambio di denaro, forniscono certificati senza alcuna vera formazione. Così un lavoratore riceve un documento che dovrebbe proteggerlo, ma che in realtà lo espone a rischi ancora maggiori“.
“A Milano, due operai su tre sono migranti. Nella scuola edile io mi occupo di formare i giovani operai. Da alcuni anni, possono finalmente frequentare i corsi sulla sicurezza nella loro lingua madre.
In più, abbiamo attivato corsi serali in lingua italiana. Anche così si fa sicurezza: usando cartelli di cantiere tradotti, non con norme come la “patente a crediti”, che si è rivelata un buco nell’acqua, aggiungendo solo burocrazia a burocrazia”.
“Ieri ci hanno detto di aver trovato 650 milioni di euro da investire in sicurezza”, ha ricordato il segretario generale Cgil Milano Luca Stanzione. Scettico: “Vedremo. Tra qualche giorno le nostre organizzazioni nazionali saranno chiamate a sedersi a un tavolo. Ci auguriamo che non sia uno di quei tavoli in cui si siedono 17 sigle sindacali, comprese quelle con un solo iscritto. Perché queste piazze, oggi, dicono che in Italia ci sono 12 milioni di lavoratrici e lavoratori iscritti al sindacato confederale. Solo a Milano, ogni mese, sono 600.000 a pagare una tessera sindacale”.
“Se ci sono 650 milioni, discutiamone. Ma non si può iniziare dicendo che gli ispettori del lavoro non aumenteranno. A Milano ci sono solo 20 ispettori. Non bastano”.
“Lo diciamo da questa piazza, a partire dalla città metropolitana di Milano: serve un investimento vero in sicurezza. Significa controlli sugli appalti, sulle filiere, sui subappalti, che sono i luoghi in cui accadono gli infortuni e le morti sul lavoro. E poi, se è vero – come abbiamo detto – che siamo davanti a una crisi che potrebbe essere peggiore di quelle passate, allora, adesso che state iniziando a discutere di legge finanziaria, dovete investire sugli ammortizzatori sociali. Dovete riformarli, altrimenti le lavoratrici e i lavoratori rimarranno soli ad affrontare le crisi”.
Oggi 5mila persone hanno sfilato al corteo del Primo Maggio a Milano per chiedere più sicurezza, meno precarietà, più tutele. Temi su cui siamo chiamati al voto l’8 e 9 giugno. Votando 5 sì ai referendum su lavoro e cittadinanza, votiamo sì ai diritti, alla ricchezza, alla crescita e alla sicurezza di tutto il Paese. Per tutte e tutti, non per pochi.
Il Primo Maggio quest’anno è parso, a tanti, più partecipato del solito. “Sta cambiando il vento”, ha sussurrato qualcuno. E’ la rivolta? E’ l’inizio di una rinnovata riscossa del mondo del lavoro? C’è da aspettarsi questo e ancora di più da una città Medaglia d’oro della Resistenza come Milano, che proprio in questi giorni si è dimostrata ancora una volta fieramente antifascista, democratica, aperta.
Anche oggi splendeva il sole.