mercoledì, 11 Dicembre, 2024
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Milano, 4 luglio 2024 – Anche gli ultimi dati diffusi da Istat confermano quanto la Cgil ha già denunciato: il tasso di occupazione è un numero fragile mai sorretto da politiche economiche adeguate.

I dati provvisori diffusi da Istat dicono che a maggio 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati, rimangono stabili i disoccupati e aumentano gli inattivi.  L’occupazione scende al 62,2% (-0,1%, pari a -17mila unità) soprattutto tra gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi, i 15-24enni e gli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione è stabile al 6,8%, quello giovanile sale al 20,5% (+0,1 punti).

La stessa fragilità descritta dal dato nazionale ISTAT si riscontra nella dinamica di Milano, città con una spiccata vocazione internazionale che non la sottrae dall’andamento economico mondiale e dalle sue conseguenze: segno negativo nei saldi occupazionali e calo sensibile del lavoro somministrato, da sempre anticipatore dei comportamenti delle aziende nel mercato del lavoro.

“Due fattori agiscono contemporaneamente – spiega Antonio Verona, responsabile dipartimento Mercato del Lavoro Cgil Milano. -. Il declino della domanda estera a motivo della ridefinizione delle catene globali del valore, con le annesse turbolenze internazionali e la stagnazione, ormai strutturale, della domanda interna. L’elevata inflazione dei mesi passati e la stretta monetaria hanno fatto il resto, con il risultato di aver ulteriormente peggiorato le condizioni dei lavoratori che si trovano, adesso, a dover fare in conti con le difficoltà produttive di questa fase”.

In questa fase, l’economia milanese continua a risentire della stagionalità legata al turismo e ai grandi eventi e del lavoro povero, cui è costretto un terzo della popolazione. Secondo i dati dell’Osservatorio di Città Metropolitana, negli ultimi anni a Milano sempre più lavoratrici e lavoratori vengono assunti con contratti “pirata”, sottoscritti da sindacati di dubbia rappresentatività allo scopo di ridurre tutele e garanzie. Dal 2015 al 2022 la sottoscrizione di contratti pirata si è quadruplicata. I settori più coinvolti sono commercio e logistica, servizi alle imprese e alla persona e le persone assunte sono nella maggioranza dei casi non qualificate, extracomunitarie, con orario di lavoro parziale. I settori citati, da soli, rappresentano l’80% degli avviamenti della Città Metropolitana. Un dato preoccupante.

Eppure i rinnovi contrattuali alle migliori condizioni non rappresenterebbero soltanto un sollievo economico per chi vive del proprio lavoro ma assumerebbero un valore economico in grado di invertire il declino del Paese.

Sottolinea Luca Stanzione, segretario generale Cgil Milano: “Milano si conferma internazionale ed europea nella buona e nella cattiva sorte. Da mesi sosteniamo che dipingere Milano e il Paese in crescita significa non vedere che c’è un trend invertito e che Turismo, eventi ed edilizia da soli non basteranno a salvare l’economia milanese. Il PNRR può rappresentare la leva anticiclica per rispondere a questa china solo se il governo sarà in grado di tradurre in investimenti le risorse ottenute. Ad oggi non abbiamo contezza che questo stia avvenendo nell’area milanese, al contrario registriamo l’arretramento di intere filiere che potrebbero utilmente ricevere investimenti europei. Serve una nuova ripartenza del sistema milanese fatto di lavoratori, imprese, sistema pubblico, cultura e ricerca che sappia individuare asset di sviluppo nuovi su cui concentrare attenzioni, sinergie fra attori, politiche pubbliche, una nuova cultura dello sviluppo, priorità condivise. È una nuova corsa contro i tempi che Milano può vincere”.

 

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*dati Città Metropolitana elaborati dal dip. Mercato del Lavoro Cgil Milano

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