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Protocollo Rogoredo: che sia vera formazione e favorisca la creazione di lavoro e il rispetto della dignità delle persone.

Abbiamo letto con estremo stupore le notizie riportate dalla stampa in merito alla sottoscrizione avvenuta ieri in Prefettura dell’accordo tra Comune di Milano e Ministero della Giustizia per l’utilizzo di persone detenute, del carcere di Opera, nell’attività di cura e manutenzione del boschetto di Rogoredo.

In particolare, ci sorprende il continuo riferimento al fatto che l’attività verrà svolta da detenuti volontari e che questi verranno impiegati come manutentori del verde per pulire il parco.
Queste parole lascerebbero intendere che l’attività di cura e manutenzione verrà svolta attraverso il lavoro volontario.

Il protocollo, in virtù anche di un confronto con il sindacato e l’osservatorio carcere e territorio, dice qualcosa di diverso: “l’obiettivo del progetto è realizzare un percorso formativo e di orientamento allavoro volto a sviluppare le competenze che sono necessarie per poter svolgere la mansione di operatore del verde. Il percorso si svolgerà attraverso una parte di formazione teorica e unasuccessiva parte di formazione on the job.

I detenuti che supereranno una prova di apprendimento teorico e pratico svolgeranno un periodo di tirocinio o di borsa lavoro”.
Si parla quindi di formazione e orientamento al lavoro, attraverso l’utilizzo dei tirocini, e un ruolo chiave dell’amministrazione nella definizione delle modalità di questi due percorsi. Non si parla divolontariato.

Siamo d’accordo con il Sindaco Sala quando, citando la Costituzione, dice che la detenzione deve essere rieducazione e reinserimento.
Siamo altrettanto convinti che il lavoro volontario non vada in questa direzione. Riteniamo infatti che questo sia figlio di una visione e di un pensiero che deve essere superato e che vede nel lavoro
penitenziario un carattere espiatorio e risarcitorio.

Così come siamo d’accordo con la Presidente del Tribunale di Sorveglianza Di Rosa quando dice che l’obiettivo del protocollo deve essere quello di restituire dignità ai detenuti attraverso il lavoro.
Il lavoro che restituisce dignità è quello riconosciuto, tutelato, retribuito.

Da Milano siamo convinti debba partire un messaggio chiaro. Un messaggio che dica a tutto il paese che sul lavoro penitenziario è necessario investire, che è fondamentale garantire percorsi di orientamento al lavoro e di formazione a tutti i detenuti, che bisogna dare piena attuazione alla Legge Smuraglia, che serve un grande lavoro culturale che racconti di come i percorsi lavorativi che garantiscono dignità, diritti e autonomia sono un valore per la persona detenuta e hanno un valore per tutta la collettività.

In questo quadro in ruolo dell’amministrazione comunale è centrale nel garantire percorsi formativi di qualità e nel favorire processi che portino alla creazione di posti di lavoro, sia valorizzando lacollaborazione con la cooperazione sociale, sia sfruttando la futura presa in carico da parte di MM della gestione del verde pubblico.

Per queste ragioni nei prossimi mesi saremo parte attiva per monitorare la realizzazione del protocollo tra Comune e Ministero della Giustizia, affinché questo metta realmente al centro la
dignità della formazione e del lavoro delle persone.

27 luglio 2021
CGIL Milano e Osservatorio Carcere Territorio Milan

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